Scrivi un commento
al testo di Federico Zucchi
Lo sguardo che ripara
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
Lo sguardo che ripara
Spesso la paura sfascia la fronte stacca ogni agente addensante scuce il corpo dalle bocche. Spesso la paura spacca i marciapiedi piega il parquet di sobri salotti accorcia il numero di spazzolini sulla mensola dello specchio, palpita come la plancia di un aereo in un cielo corroso di lampi. Spesso il timore ci inchioda alla sera quando ormeggiamo scostati dalla sezione aurea del respiro quando nessuna vita più avvince la nostra risorsa, quando trascuriamo la costante meraviglia in cui siamo intersecati, quando scordiamo del tutto il vangelo apocrifo delle foglie il soppalco stellato del cielo il labiale d’acqua mosso dal lamantino.
Nel tornio del mondo niente si eleva senza l’ascensore di uno sguardo. È la verde pupilla a portarci sulla battigia, a compiere di nascosto il travaso del buio in brace.
Solo chi non teme la scomparsa attraversa la linea del fuoco protetto dai carpentieri lucenti che di giorno restaurano lo scafo notturno. Senza il ponteggio di queste comete senza lo sguardo riparante di chi ci ha amato e visto, siamo solo mostri oppiacei.
Attorno a questa cura la vita mai si versa invano.
|
cristiana fischer
- 30/03/2015 18:00:00
[ leggi altri commenti di cristiana fischer » ]
però, Federico, come già in Hotel Balkan Europa, in prospettiva la poesia è ricca di immagini, che girano però intorno a un buco vuoto "solo chi non teme la scomparsa attraversa la linea del fuoco..." ma tutti temiamo la scomparsa! eppure si attraversa comunque la linea del fuoco, ora o domani, volenti o no e non si capisce come chi ci ha visto e amato ci possa "riparare" davvero, se siamo mostri oppiacei... ti riferisci agli affetti che mantengono il ricordo dei morti? ma erano veri mostri o no? o lo erano solo in sogni oppiacei? ed erano i loro sogni o i nostri su di loro? non capisco bene cosa "mi" stai dicendo, ma forse qualcun altro lo capisce
|
Laura Costantini
- 29/03/2015 22:05:00
[ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]
sei forte! tutta bella, ricca di immagini flash che colpiscono, la strofa centrale particolarmente intensa!
|
|
|